(Nella foto Alberto Cora nella biblioteca
dell'Osservatorio INAF di Torino.
Credits: Emmanuele Macaluso)
PERSONAGGI E PERSONALITA':
INTERVISTA AD
ALBERTO CORA
Giovedì, 7 aprile
2016
Alberto Cora
è un fisico e divulgatore scientifico.
Attualmente è Responsabile della didattica e
della divulgazione presso l’Osservatorio
Astrofisico di Torino – INAF.
Precedentemente è stato Sistem Manager nel gruppo di
“fisica solare”del progetto “SOLAR”.
Da sempre appassionato di astronomia, è stato tra i
soci fondatori del Gruppo Astrofili William
Herschel di Torino ed è socio della Società
Astronomica Italiana e dell’International
Astronomical Union.
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Quella che mi accingo a scrivere non è un’intervista
come le altre pubblicate su COSMOBSERVER. Non
è fatta di domande e risposte, ma è focalizzata su
un aspetto che sta particolarmente a cuore
all’intervistato. Ho incontrato Alberto Cora
una mattina di fine marzo presso l’Osservatorio
Astrofisico di Torino, a Pino Torinese (To).
Prendendo un caffè per “rompere il ghiaccio” prima
dell’intervista, è subito emersa la particolare
sensibilità di Cora per il tema dell’inquinamento
luminoso. Un tema al quale tutti gli astronomi
e astrofili guardano con sempre maggiore
preoccupazione. Per questo motivo ho messo da parte
le domande che avevo preparato e ho deciso di
ascoltare con attenzione il tema proposto dal mio
interlocutore. Chiaccherata che si è svolta in un
luogo che ho sempre desiderato visitare: la
biblioteca dell’Osservatorio.
In
questo scenario carico di storia, pieno di tesori
storici e culturali inizia la nostra intervista.
Quello dell’inquinamento luminoso è un
problema sotto molti punti vista. Non riguarda solo
gli “amanti del cielo”, ma la società tutta. Come
tutte le forme di inquinamento deve essere presa in
considerazione, e soprattutto deve essere oggetto di
un’azione riparatrice.
“La
gente sta perdendo il contatto con il cielo”.
Sembra una frase ad effetto, ma in realtà racchiude
una verità molto sfaccettata e che non porta nessun
vantaggio. Le nostre città sono così illuminate da
non permetterci di vedere bene. Non ci riferiamo
solo al cielo, ma in termini assoluti. Una buona
illuminazione cittadina dovrebbe prevedere luci
gialle o verdi. Questo perché il nostro occhio
reagisce meglio a quelle tonalità. Invece si sta
puntando al bianco. In più c’è un problema di
intensità della luce. Quella che si sta utilizzando
nelle nostre città, con il passaggio ai led, è
eccessiva, al punto da limitare perfino i vantaggi
in termini di risparmio che i led ci offrono. Quando
vediamo le foto scattate dallo spazio, dove interi
parti di globo sono “fluorescenti”, stiamo guardando
qualcosa di innaturale. Come in tutte le cose, ci
sarebbe bisogno di equilibrio, di un utilizzo
corretto delle risorse e degli strumenti.
Secondo un recente articolo apparso su un mensile di
astronomia, la bolletta della luce dei comuni
italiani si aggirerebbe intorno al miliardo e mezzo
di euro. Una cifra importante, che potrebbe essere
ridotta di un terzo installando con parametri
corretti le luminarie.
E
poi ci sono i costi indiretti. INAF (Istituto
Nazionale di AstroFisica) ad esempio, è sempre
più spesso costretta a svolgere attività
scientifiche all’estero, con conseguente aumento dei
costi, questo perché l’inquinamento luminoso sta
diventando eccessivo in Italia.
Conoscere il cielo, avere un contatto visivo con
esso è da sempre importante per l’uomo. Un case
history curioso riguarda il terremoto che colpì
Los Angeles il 17 gennaio del 1994. A causa
del sisma, intere aree della città vennero isolate e
rimasero al buio. I centralini della polizia, dei
vigili del fuoco e del locale osservatorio
vennero presi d’assalto perché molti videro nel
cielo una strana (in alcuni casi spaventosa)
luminescenza. Era la Via Lattea.
C’è
un’altra frase di Cora che mi ha colpito e che ci ha
strappato un sorriso mentre la pronunciava. “Vedere
il cielo aiuta a combattere la superstizione”.
Questa è una cosa che emerge spesso durante le
visite serali all’osservatorio. Gli amanti degli
oroscopi e dell’astrologia infatti, non potendo
vedere il cielo, hanno difficoltà a vedere che i
parametri sui quali basano la loro pseudoscienza
sono errati. Infatti è risaputo che le
costellazioni “zodiacali” siano 13 e non 12. In più,
a causa della precessione, le costellazioni
sono tutte sfalsate di circa 30 gradi.
Semplificando, quando si cerca il proprio “segno
zodiacale”, bisognerebbe prendere in considerazione
quello precedente a quello indicato dagli
almanacchi. Ora, ognuno è libero di credere a quello
che desidera, ma che almeno lo faccia bene!
Ma
al di là di questo, che - per fortuna e logica - non
rappresenta un vero problema, conoscere il cielo e
studiarlo è importante sotto molti aspetti, e le sue
ricadute sono tangibili e reali.
Come è possibile quindi agire positivamente su
questo importante problema?
INAF
è in prima fila in questa battaglia. In qualità di
ente di ricerca riconosciuto per la sua
autorevolezza, è impegnato da anni nell’attività di
divulgazione attraverso convegni e incontri,
diventando così il catalizzatore delle indicazioni
che provengono dai tecnici e dagli appassionati.
La
legge che regola l’illuminazione, e che si sta
cercando di modificare, è una legge regionale.
Nello specifico, l’INAF attraverso l’Osservatorio
Astrofisico di Torino è impegnato nel lungo
lavoro che dovrebbe portare alla modifica della
legge secondo metodo di buone prassi.
Agire dal punto di vista legislativo è di fatto
l’azione più importante e concreta che si possa
fare. Ma bisogna fare in fretta, perché molti comuni
stanno modificando l’illuminazione cittadina con
parametri sbagliati, in termini di colore, intensità
e temperatura. Un ritardo nella modifica della legge
porterebbe ad ulteriore esborso economico da parte
della collettività, o al non adempimento del
cambiamento dei parametri. Infatti la legge non può
essere retroattiva.
Ed è
proprio in questi frangenti di natura istituzionale
e politica che emergono i diversi interessi delle
realtà coinvolte. Per gli astronomi è un fatto
scientifico e culturale. Per gli enti pubblici è un
fattore economico. La capacità dei protagonisti è
quello di far convergere i diversi punti di vista e
gli interessi verso l’obiettivo generale che è
quello dell’abbattimento
dell’inquinamento luminoso.
Emmanuele Macaluso
Di
seguito il link del sito “Cieli Piemontesi”,
particolarmente attivo nella tematica trattata da
questo articolo http://cielipiemontesi.it/
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