C’è voluto
un viaggio lungo 9 anni, in cui sono
stati percorsi 3 miliardi di km per
arrivare ad oggi, 14 luglio 2015. Oggi
la sonda “New Horizons” passerà
nel punto più vicino al pianeta nano del
sistema solare e al culmine della sua
missione scatterà foto che saranno
inviate alla sua base operativa.
Nella sonda
New Horizons non c’è spazio solo
per le macchine fotografiche e per le
strumentazioni scientifiche. Non tutti
sanno che la sonda non ha viaggiato da
sola, ma che a bordo ha un passeggero
d’eccezione. Clyde Tombaugh è
stato l’astronomo statunitense
che nel 1930 scoprì Plutone. Le
sue ceneri sono state raccolte in
un’urna e sono state posizionate a bordo
di questa missione.
La grande
tecnica lascia ancora posto ad un po’ di
quel romanticismo dal grande potere
comunicativo.
Già nelle
scorse ore sono arrivate le prime foto
ravvicinate di “Pluto” e abbiamo
potuto osservare la differenza tra il
pianeta nano e la sua luna
più grande.
In queste
ore, New Horizons entrerà
nell’orbita e scatterà le sue immagini a
colori da una distanza di 12.500 Km ad
una velocità di circa 50.000 Km all’ora.
Le foto saranno inviate alla base sulla
Terra e condivise con il pubblico.
Plutone
rappresenta da oggi il limite massimo
raggiunto da un “nostro” oggetto attivo
inviato nello spazio.