Era il 21 gennaio,
quando sui network di informazione è
stata rilanciata una notizia
importante e triste per tutti gli
appassionati e i curiosi di astronautica. Achille
Judica Cordiglia se ne è andato
per sempre.
Achille Judica
Cordiglia e
suo fratello Giovanni Battista,
sono stati le “orecchie” alle quali
tutti i media degli anni ’60 si
rivolgevano per avere informazioni
circa le attività aerospaziali dell’ex Unione
Sovietica.
Appassionati di
radiocomunicazioni, da Torino,
riuscivano ad intercettare le comunicazioni dei cosmonauti
sovieticiimpegnati nei
segretissimi test orbitali
effettuati durante la corsa allo
spazio e alla Luna che si
è conclusa nel luglio del 1969 a
favore degli Stati Uniti
d’America.
Si deve proprio a
loro, l’audio in russo di una donna
che, facente parte di un equipaggio
in orbita attorno alla Terra che
aveva capito che non sarebbe
riuscito a tornare sano e salvo sul
pianeta, comunicava in modo
laconico:«Questo il mondo non
lo saprà mai».
Se il mondo lo ha
saputo invece, è stato grazie
all’ingegno e al coraggio dei due
fratelli, ai quali esprimiamo la
nostra gratitudine.
Sono state molte le
pressioni e gli attacchi che Achille
e Giovanni Battista hanno dovuto
sopportare per portare avanti il
loro progetto. Pressioni che li
hanno portati ad essere dichiarati
dalla stampa sovietica come “Banditi
dello spazio”.
Sabato 21 settembre
2013, nel Comune di San Maurizio
Canavese abbiamo avuto
l’opportunità di visitare una mostraa
loro dedicata dal titolo “The
italian side of the Moon”.
Con grande curiosità ci siamo
aggirati tra bacheche piene di
cimeli radiofonici che, per quanto
primitivi rispetto agli attuali,
hanno permesso ai due studenti
universitari di fare cose talmente
straordinarie da ritrovarsi in una
storia che ha visto coinvolti anche
i servizi segreti e la
stessa Nasa.
Così come scritto
anche nel libro firmato dai due (1)
e che ora viene riletto in modo più
intenso e malinconico.
Ad Achille il nostro
ringraziamento e a tutta la famiglia
la vicinanza di tutta la redazione e
dei lettori di Cosmobserver.
Buon viaggio “Bandito
dello spazio”.