(Uno scorcio del lato non illuminato
del nostro pianeta ripreso dalla Stazione Spaziale
Internazionale – Copyright Nasa / Esa)
INQUINAMENTO
LUMINOSO: ANALISI DI UN PROBLEMA GLOBALE
Martedì, 13 giugno
2017
Abstract
L’articolo vuole dare
una visione aggiornata, al momento della stesura,
circa il fenomeno dell’inquinamento luminoso in
Italia e i relativi effetti sull’ambiente, la salute
dell’uomo e i fattori sociali ad esso correlati.
L’analisi comunicativa vuole mettere in evidenza
andamenti e potenziali evoluzioni delle linee guida
comunicative, strategiche e divulgative.
Premessa
Uno dei primi fattori
con il quale un divulgatore scientifico entra
in contatto confrontandosi con la platea è la
necessità di mettere in evidenza la differenza tra
valore reale e valore comunemente
percepito. Le percezioni legate al fenomeno
dell’inquinamento luminoso che abbiamo
riscontrato preparandoci alla stesura di questo
articolo sono molte. Attraverso questa analisi
desideriamo fare “il punto della situazione” in
relazione alle ricadute sull’ambiente e sull’uomo
dell’inquinamento luminoso e mettere in evidenza
alcune carenze di natura socio-culturale legate
proprio a questo tema.
Il primo valore
percepito da sfatare è quello che vuole
l’inquinamento luminoso come un problema che
interessi solo astronomi, astrofili e “amanti del
cielo”.
Questa comune visione
probabilmente è dettata da una divulgazione
scorretta, non tanto dal punto di vista del
linguaggio, quanto per la scelta dei canali di
comunicazione adottati per raggiungere una
platea che spesso non è massificata, ma di nicchia.
In divulgazione, come in comunicazione e nel
marketing, il concetto causa-effetto è
diretto. Se ci troviamo di fronte ad un’idea errata
da parte della popolazione su una questione
scientifica (effetto), si deve tornare indietro nel
processo divulgativo e cambiare qualcosa nei canali
e nei protocolli di comunicazione. In altre parole
bisogna lavorare sulla causa, cercando di
comprendere i meccanismi in grado di trasformare un
“fattore di nicchia” in un “fattore di massa”.
Nel corso degli ultimi
anni si sono moltiplicate le attività divulgative
dedicate alla lotta all’inquinamento luminoso.
Vengono organizzati convegni internazionali per
affrontare questo problema e sono nate attività
interessanti di azione “partecipativa”. Ma chi
partecipa generalmente a queste attività? Come
vengono promosse? Ai convegni continuano a
partecipare esperti e scienziati, mentre gli
abstract e i reportage di questi incontri e
degli studi che rivelano realtà talvolta inquietanti
– e di interesse pubblico – si continuano a trovare
in ambiti specifici, su siti e riviste di settore.
Sarebbe opportuno attivare azioni non solo di
divulgazione ma di sensibilizzazione di massa
attraverso la creazione di media partnership ad
ampio spettro, utilizzando canali, fattori tecnici
comunicativi e linguaggi che raggiungano l’opinione
pubblica e la sensibilizzino al punto da creare un
fattore di pressione sociale nei confronti di chi
legifera.
Attraverso questo
articolo quindi, desideriamo dichiarare che
l’inquinamento luminoso è un problema serio e reale,
con ricadute dirette e indirette sulla salute
dell’uomo, degli animali e del pianeta. Un problema
che riguarda tutta l’umanità
Inquinamento
luminoso: definizione e descrizione del fenomeno
La foto pubblicata
all’inizio di questo articolo è sicuramente intensa
e di grande effetto. Rappresenta uno scorcio della
Terra ripresa dalla Stazione Spaziale
Internazionale (ISS - International Space
Station - ndr) durante uno dei suoi 15,5
passaggi giornalieri sul lato non illuminato del
pianeta. La presenza dell’uomo è evidente. Città e
agglomerati urbani sono ben visibili e
riconoscibili.
Per quanto possa essere
affascinante, questa foto rappresenta perfettamente
il fenomeno dell’inquinamento luminoso. Per
comprenderlo dobbiamo fare un piccolo sforzo nel
cambiare il punto di prospettiva di questa immagine.
L’uomo infatti si è evoluto per vivere sulla Terra,
guardare e interagire con il suo ambiente
circostante, compreso il cielo. Solo pochi membri
della razza umana hanno l’opportunità di vivere per
un periodo attorno al pianeta e godere di questa
visione. Molto del fascino di questa immagine è data
dalla prospettiva inedita che ci regala e che noi
non potremmo vedere in prima persona. La verità
purtroppo è che la maggior parte della popolazione
mondiale – praticamente tutta – si trova dentro
quegli ammassi luminosi e da lì non riesce guardare
il cielo e lo spazio. Quella luce artificiale che ci
circonda non ci permette di godere, a nostra volta,
di spettacoli naturali affascinanti e a noi
sconosciuti. Eppure sono lì. Ogni singolo giorno.
Definizione di
Inquinamento luminoso: Secondo Pierantonio
Cinzano (1), per inquinamento luminoso si
intende qualunque alterazione della quantità
naturale di luce presente di notte nell'ambiente
esterno e dovuta ad immissione di luce di cui l'uomo
abbia responsabilità.
Una delle prime cose che
colpisce leggendo la definizione è l’utilizzo della
parola “alterazione”, perché come in altre tipologie
di inquinamento, fa ben comprendere il “peso” che
l’essere umano imprime sull’ambiente che lo
circonda.
La seconda riflessione è
di natura deduttiva. Si evince infatti che non
esiste il concetto di buio assoluto. Questo perché
il cielo e gli astri che lo riempiono rappresentano
una fonte di illuminazione, che risulta limitata ai
nostri occhi a causa dell’illuminazione
artificiale che ci circonda.
A questo si aggiunga un
altro fattore negativo, secondo il quale
l’inquinamento luminoso, rispetto ad altri tipi di
inquinamento, ha la capacità di colpire aree in cui
non vi è la presenza diretta dell’uomo.
La gravità del fenomeno,
come spesso capita, è ben comprensibile attraverso
alcune statistiche:
- La Via Lattea è
invisibile ad un terzo dell’umanità. In questa
statistica rientrano il sessanta per cento degli
europei e l’ottanta per cento della popolazione nord
americana.
- L’ottanta per cento
della popolazione mondiale (di questa il 99% della
popolazione statunitense ed europea), vive sotto un
cielo inquinato da luci artificiali e con la
preclusione alla vista del cosmo.
In questo contesto, la
situazione dell’Italia si pone in modo
drammatico al centro del problema, con statistiche
impietose:
- L’Italia è tra i Paesi
più industrializzati, quello che ha il triste
primato dell’inquinamento luminoso.
- L’ottanta per cento
della popolazione italiana non riesce a vedere la
Via Lattea e un cielo stellato incontaminato.
Questa la fotografia che
è emersa dal “The new world atlas of
artificial night sky brightness” (2), (Nuovo
atlante mondiale della luminosità artificiale del
cielo notturno – ndr), pubblicato nel giugno
del 2016 sulla prestigiosa rivista scientifica
Science Advance. L’atlante è frutto del lavoro
di un team internazionale che vede la presenza di
ben 3 membri italiani: Fabio Falchi, Pierantonio
Cinzano e Riccardo Furgoni.
Tutti e tre i
ricercatori appartengono all’Istituto di Scienza
e Tecnologia dell’Inquinamento Luminoso (Light
Pollution Science and Technology Institute -
ndr) di Thiene in provincia di Vicenza.
Nell’immagine presentata
di seguito, e facente parte dell’Atlante, si può
evincere quanto la situazione in Europa, e
soprattutto in Italia, possa essere definita grave
e drammatica.

(Immagine
dell’Europa tratta da
“The new world atlas of artificial
night sky brightness”, Science Advance,
10
june 2016, Vol 2, n° 6 – Copyright Science Advance e
rispettivi titolari)
Ma come abbiamo indicato
nella premessa non si tratta “solo di un fattore
osservativo”. È giunto quindi il momento di porre
delle domande alle quali provare a dare una risposta
nei prossimi paragrafi.
- Quali sono gli effetti
dell’inquinamento luminoso sull’essere umano?
- Quali sono gli effetti
sulla flora, la fauna e l’ambiente?
- Quali sono gli effetti
in termini di sicurezza?
- Quali sono le ricadute
economiche del fenomeno?
La salute
Il nostro corpo si è
evoluto seguendo le necessità e l’esistenza
dell’alternanza tra il giorno e la notte. Tra la
luce e il buio. L’essere umano è soggetto a quello
che si chiama ritmo circadiano.
Definizione di ritmo
circadiano: Secondo l’enciclopedia Treccani (3)
per ritmo circadiano, si intende il Ciclo che
si compie all'incirca ogni 24 ore, con cui si
ripetono regolarmente certi processi fisiologici.
I ritmi circadiani sono
regolati da fattori interni (il cd.
orologio biologico)
ed esterni (per es. luce e temperatura).
Nelle piante, sono esempi di r.c. i movimenti di
apertura e chiusura degli stomi, così come
l'apertura e la chiusura di certi fiori. Negli
animali, seguono un r.c. il ciclo sonno-veglia e la
produzione di alcuni ormoni (per es. la melatonina
secreta dall'epifisi).
L’esposizione
prolungata del corpo umano alla luce artificiale
modifica e altera i naturali ritmi circadiani.
Questo problema è all’attenzione di molte
prestigiose università e dell’OMS, l’Organizzazione
Mondiale della Sanità. Si è scoperta
un’alterazione estremamente grave del nostro
bioritmo nell’alternanza giorno/notte.
La ghiandola pineale
infatti, ha il compito di produrre serotonina
di giorno e melatonina di notte, mentre il
nostro corpo non viene illuminato.
Per questa ragione,
proprio l’OMS ha inserito l’inquinamento luminoso
tra i fattori “probabilmente cancerogeni”. Questa
indicazione è avvenuta dopo studi scientifici e
statistici che hanno evidenziato una più alta
insorgenza di tumori tra coloro che per motivi
professionali operano di notte, quindi sotto
illuminazione artificiale. Nelle donne si è
osservata una più alta incidenza nel tumore al seno,
mentre negli uomini è stato identificato come
critico un probabile aumento del tumore alla
prostata.
Inoltre, l’alterazione
del ritmo circadiano ha ricadute negative sulla
qualità del sonno con evidenti conseguenze dirette e
indirette sulla qualità della vita e la salute.
Tra le principali
patologie derivanti dai fattori di cui sopra
troviamo: depressione, diabete, depressione del
sistema immunitario e obesità.
Per coloro che volessero
approfondire l’argomento, comunichiamo che gli
studi, le analisi e tutte le pubblicazioni dedicate
a questi fenomeni medici sono disponibili nei
database di università, riviste scientifiche e dalla
stessa OMS. Al contrario di quanto avvenuto talvolta
in altri campi medici e scientifici, quello che
colpisce è la coerenza e la conversione dei dati da
parte di molti dei team internazionali coinvolti a
livello globale in questo tipo di ricerche.
Volutamente, non
forniamo link o indicazioni specifiche, proprio per
lasciare libero il lettore di poter fare le proprie
ricerche secondo le fonti che ritiene più opportune.
Ambiente (flora e
fauna)
Nella definizione
dell’enciclopedia Treccani relativa al ritmo
circadiano che abbiamo incontrato nel paragrafo
relativo alla salute troviamo la seguente
affermazione: “Nelle piante, sono esempi di r.c. i
movimenti di apertura e chiusura degli stomi, così
come l'apertura e la chiusura di certi fiori”.
Si evince quindi che
anche la flora subisce in modo diretto gli effetti
dell’inquinamento luminoso.
La salute della flora
mondiale, purtroppo, si trova quasi sotto
assedio.
Questo perché oltre
all’inquinamento luminoso, che sottolineiamo ancora,
interessa anche luoghi come le riserve naturali nei
quali non c’è la presenza diretta dell’uomo, bisogna
prendere in considerazione anche altre forme di
inquinamento e il riscaldamento globale,
con tutte le sue ricadute sui cicli stagionali che
ormai sono irregolari. Le piante ci stanno
insegnando che può “impazzire” anche chi non ha un
cervello.
Anche gli animali stanno
subendo gli effetti dell’inquinamento luminoso. Come
gli uomini infatti, il ritmo circadiano interessa
anche gli animali e regola tutte le attività del
ciclo giorno/notte. Di conseguenza, si stanno
alterando anche le funzioni bioritmiche e vitali di
specie che non possono essere definite “domestiche”.
In relazione al mondo
animale, dobbiamo prendere in considerazione un
altro fattore molto importante che interessa le
specie migratorie, e in particolar modo i volatili.
Per gli uccelli che regolano i propri cicli vitali
attraverso la migrazione in aree di temperatura
congrue durante l’anno, le stelle rappresentano dei
punti di riferimento. Delle vere e proprie “guide”
da seguire per raggiungere il punto di sosta
successivo. Un po’ come per noi l’utilizzo del
navigatore durante i nostri viaggi.
L’inserimento di luci
artificiali nell’ambiente tende a “confondere” i
flussi migratori e gli animali che li compiono. Sono
sempre più frequenti i casi di ritrovamento di
animali deceduti in aree lontane da quelle in cui
dovrebbero trovarsi.
Sicurezza
Questo è uno di quei
temi in cui il valore percepito e la credenza
popolare si allontanano maggiormente dalla realtà.
L’assioma più comune è “più illuminazione = maggiore
sicurezza”. Nulla di più lontano dalla realtà.
Avere una strada
eccessivamente illuminata, crea una maggior
difficoltà per l’occhio umano di scorgere pericoli
nascosti negli anfratti dove la luce non può
arrivare. Se una persona con cattive intenzioni nei
confronti di un altro soggetto si nascondesse in un
“cono d’ombra”, il malcapitato avrebbe maggiori
difficoltà a scorgerla. Per comprendere meglio
questo concetto si pensi a quando in una giornata
assolata si entra con la propria auto all’interno di
un tunnel non molto illuminato. Nei primi secondi,
gli occupanti dell’auto cercano solo di tenere il
giusto senso di marcia e hanno una capacità di
visione limitata se non addirittura nulla.
La sicurezza quindi non
è garantita dalla maggiore illuminazione, ma dalla
migliore illuminazione.
Questo significa che
deve essere costante e ben distribuita, e non deve
creare una forte differenza tra le zone di luce e
quelle d’ombra.
Ma ancor di più,
osservando con maggiore attenzione si potrebbe
comprendere quanto l’illuminazione abbia in realtà
un potere abbastanza limitato nella prevenzione
della microcriminalità.
Sarebbe opportuno
domandarci quindi se abbia un potere deterrente
maggiore una strada eccessivamente illuminata o una
strada correttamente illuminata, in cui sono
presenti telecamere attive e ben segnalate.
Situazione in Italia:
fattori economici e politici
Una delle tendenze nell’illuminazione
pubblica in Italia vede il passaggio dalle
vecchie lampadine al LED. Questa evoluzione
viene comunicata come un fattore di notevole
diminuzione della spesa pubblica unita ad un
potenziale miglioramento dell’illuminazione e della
sicurezza. Allo stato attuale dei fatti però non è
così.
Il posizionamento di
nuovi lampioni e/o, in alcuni casi, la modifica dei
lampioni già in essere, rappresenta un forte
investimento da parte degli enti pubblici
interessati da questa operazione. In più si sarà
notato, laddove sia stato già effettuato questo
passaggio, che la luminosità è molto forte.
Il LED dal punto di
vista gestionale ha dei vantaggi, soprattutto in
ambito di manutenzione, con una vita media più lunga
rispetto alle lampadine tradizionali. Tuttavia,
l’utilizzo della tecnologia LED in modo così
“spinto” tende ad abbattere il rapporto positivo tra
costi/benefici.
Un altro fattore non a
favore dell’attuale utilizzo riguarda la tecnologia
LED stessa. I LED più efficienti infatti hanno una
luce molto “fredda” con una forte componente blu
(oltre i 6.000 K). Per migliorarne il confort visivo
bisognerebbe andare su tonalità più calde, con una
riduzione però in termini di efficienza. Come
abbiamo visto nel paragrafo dedicato alla salute,
questo tipo di approccio ha ricadute dirette e
indirette. (4)
Dal punto di vista
legislativo, la situazione è molto complessa. Come
succede in altri ambiti in Italia, la paternità
legislativa è affidata alle regioni. Di conseguenza,
non è possibile legiferare a livello nazionale.
Attualmente ci sono regioni che non hanno intrapreso
nessun tipo di azione nei confronti di questo
problema e altre che si stanno muovendo più
attivamente. Oltre alle difficoltà dettate dalla non
omogeneità dell’azione sul territorio, bisogna
prendere in considerazione le azioni messe in atto
dalle associazioni e dai gruppi di interesse dei
produttori, che non auspicano un cambio immediato
dal punto di vista legislativo, visto che verrebbero
messi in dubbio molti contratti in essere con gli
enti pubblici che stanno investendo nel passaggio al
LED. Un potenziale danno economico di milioni di
euro, che però, nei fatti, non sta abbattendo i
costi delle bollette energetiche del Paese.
Oltre all’illuminazione
pubblica, il fenomeno dell’inquinamento luminoso ha
un altro grande alleato: l’illuminazione privata.
Insegne, luci sui balconi lasciate accese e altre
fonti luminose fanno lievitare i costi di gestione
del sistema economico legato all’energia elettrica e
contribuiscono agli effetti negativi che abbiamo già
incontrato nel corso di questo articolo.
A tal proposito dobbiamo
prendere in considerazione anche alcuni costi
indiretti legati all’inquinamento luminoso. Tra
queste, le ricadute sul sistema sanitario nazionale.
Un aumento dell’incidenza di patologie crea malati
che diventano pazienti, con costi che ricadono sul
sistema sanitario pubblico.
A questi si possono
aggiungere anche i costi per la ricerca
scientifica e astronomica. A causa
dell’incidenza dell’inquinamento luminoso portano
molti nostri astronomi, astrofisici e
ricercatori a dover effettuare le loro
ricerche all’estero, con un aumento dei costi
notevoli rispetto alle ricerche autoctone.
E la lista dei costi
indiretti potrebbe essere molto più lunga.
Il contatto con il
cielo
Fin dalla sua
apparizione sul pianeta, l’uomo ha sempre
avuto un contatto diretto con il cielo. Dal
punto di vista antropologico e sociale esiste un
filo invisibile che collega l’essere umano al
cosmo. Legame che è stato portato in diversi
ambiti sociali. Dall’economia all’agricoltura,
passando dalla ricerca scientifica fino a quelli
culturali.
Intere economie fondate
sull’agricoltura si basano sulle fasi lunari e le
stagioni, mentre le più “evolute” che stanno
tentando di utilizzare le fonti di energia
rinnovabili si basano sull’alternanza giorno/notte e
lo sfruttamento dell’energia che scaturisce dal
sole.
Nell’aprile del 2016,
durante un’intervista sull’inquinamento luminoso
(5), l’astronomo Alberto Cora (Osservatorio
Astrofisico INAF di Torino), ha raccontato un
case history molto indicativo. Il 17 gennaio
1994 un terremoto colpì la città di Los Angeles
negli Stati Uniti d’America. A causa del sisma,
intere aree della città vennero isolate e rimasero
al buio. I centralini della polizia, dei vigili del
fuoco e del locale osservatorio vennero presi
d’assalto perché molti videro nel cielo una strana
(in alcuni casi spaventosa) luminescenza. Era la Via
Lattea.
La maggior parte dei
bambini e dei giovani adulti del mondo non ha mai
visto la Via Lattea, la galassia della quale
facciamo parte, il piccolo borgo al quale
apparteniamo all’interno dell’universo.
Sempre nel corso della
stessa intervista, Cora metteva in risalto anche un
altro fattore sociale e antropologico di grande
impatto.
“Vedere il cielo
aiuta a combattere la superstizione”. Questa
è una cosa che emerge spesso durante le visite
serali all’osservatorio del quale l’astronomo è
addetto alle relazioni esterne. Gli amanti degli
oroscopi e dell’astrologia infatti, non potendo
vedere il cielo, hanno difficoltà a vedere che i
parametri sui quali basano la loro pseudoscienza
sono errati. Infatti è risaputo che le
costellazioni “zodiacali” siano 13 e non 12. In più,
a causa della precessione, le costellazioni sono
tutte sfalsate di circa 30 gradi. Semplificando,
quando si cerca il proprio “segno zodiacale”,
bisognerebbe prendere in considerazione quello
precedente a quello indicato dagli almanacchi. Anche
in questo caso, al di là della “amatorialità” il
giro d’affari è enorme.
Conclusioni
Come abbiamo osservato –
e dimostrato – l’inquinamento luminoso è un grave
problema. Come tutti i problemi deve essere risolto,
anche se la soluzione, come spesso accade, è
rappresentata da un insieme complesso di piccole e
medie soluzioni che risiedono e devono essere
operate in ambiti diversi, ma in modo coordinato.
Tuttavia ci sono
interessi e una situazione legislativa magmatica e
disomogenea che rendono la risoluzione del problema
difficile e ancora lontana nel tempo.
Nel corso degli anni
sono aumentate le attività divulgative e tecniche in
grado di coinvolgere i non addetti ai lavori. Tra
queste quella della “BuioMetria Partecipativa” (6)
che consigliamo di cercare.
Dal punto di vista
strategico, c’è la necessità di cambiare il
paradigma comunicativo e tecnico.
Nel 2009 a causa di una
“pandemia”chiamata H1N1 è stata creata una forte
pressione mediatica, che a sua volta ha creato una
forte pressione sociale in grado di “obbligare”
molti Paesi ad acquistare i vaccini. Vaccini che poi
non sono stati utilizzati, durante e dopo una
pandemia che ha avuto un numero di decessi inferiori
rispetto a molte altre influenze.
La società rappresenta
“volumi”, che possono essere quantificati e
soprattutto possono sviluppare il loro diritto di
opinione sotto diverse forme democratiche. Risulta
quindi opportuno, dal punto di vista strategico
attuare un nuovo modello di divulgazione
scientifica massificata, anche privato se
necessario.
Quel che è certo, al di
là dell’entità del problema, sono le ricadute e gli
effetti che è ormai dimostrato l’inquinamento
luminoso abbia negli ambiti che abbiamo individuato
in questo articolo.
Emmanuele Macaluso
(7)
- - - - - - - - - -
Nota: La posizione di
COSMOBSERVER circa l’inquinamento luminoso
COSMOBSERVER si
rende disponibile a valutare progetti di
divulgazione e comunicazione on e off line
al fine di poter dare il proprio contributo nel
miglioramento dell’attuale situazione
dell’inquinamento luminoso in Italia e all’estero.
Note biografiche:
> (1) Pierantonio
Cinzano è membro dell’Istituto di Scienza e
Tecnologia dell’Inquinamento Luminoso (Light
Pollution Science and Technology Institute) di
Thiene, Italy.
E’ uno dei firmatari del “The new
world atlas of artificial night sky brightness” del
2016
> (2) Falchi F., Cinzano P., Duriscoe
D., Kyba C. M. C., Elvidge C. D., Baugh K., Portnov
B. A., Rybnikova N. A., Furgoni R., “The new world
atlas of artificial night sky brightness”, Science
Advance, 10 june 2016, Vol 2, n° 6, e 1600377, DOI
10.1126, sciadv.1600377,
http://advances.sciencemag.org/content/2/6/e1600377
> (3)
http://www.treccani.it/enciclopedia/ritmo-circadiano/
> (4)
M. Nathaniel Mead, “Benefits of Sunlight: A bright
Spot for Human Healt”, Enviromental Health
Perspectives vol. 114, n° 4 aprile 2008
> (5) Macaluso E.,
“Personaggi e personalità: Intervista ad Alberto
Cora sull’inquinamento luminoso”, TheCOSMOBSERVER, 7
aprile 2016,
https://thecosmobserver.blogspot.it/2016/04/personaggi-e-personalita-intervista-ad.html
> (6) Giacomelli A.,
“Misuriamo il buio del cielo con la BuioMetria
partecipativa”, Nuovo Orione n° 300 pag. 26, maggio
2017, Gruppo B Editore
> (7) Short bio
disponibile qui:
http://www.cosmobserver.com/founder Emmanuele
Macaluso.htm
Altri siti visitati
per la redazione dell’articolo:
>
http://www.lifegate.it/persone/stile-di-vita/inquinamento-luminoso-cause-e-conseguenze
>
https://www.ideegreen.it/inquinamento-luminoso-italia-nel-mondo-87831.html
>
http://www.lightpollution.it
>
http://archive.oapd.inaf.it/othersites/Phenomenon/light-pollution.html
>
https://www.researchitaly.it/news/inquinamento-luminoso-a-guida-italiana-il-nuovo-atlante-della-brillanza-del-cielo-notturno/
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