(Elon
Musk davanti al mockup della capsula Dragon V2.
Credit: SpaceX)
ELON MUSK E SPACEX: PROGETTO LUNARE O ATTIVITA’ DI
RELAZIONI STRATEGICHE?
Giovedì, 2 marzo
2017
Nelle scorse ore,
l’imprenditore statunitense Elon Musk, patron
di SpaceX, Solar City e Tesla,
ha comunicato la volontà di SpaceX di inviare 2
turisti spaziali verso la Luna. La missione,
che si svolgerebbe entro la fine del 2018, dovrebbe
portare i 2 passeggeri a bordo di una capsula
Dragon2, spinta da un razzo Falcon Heavy,
a ripercorrere l’epopea dell’Apollo 8 in
occasione del 50° anniversario della missione. Si
tratterebbe di un viaggio automatizzato di circa una
settimana, seguendo una traiettoria di circa 700.000
Km che non necessiterebbe di correzioni (free
return trajectory). La notizia ha fatto
ovviamente il giro del mondo in pochi minuti
scatenando l’entusiasmo degli appassionati e qualche
perplessità da parte dei tecnici e degli osservatori
più attenti.
Vediamo i motivi di
questo motivato scetticismo e cerchiamo di capire le
ragioni strategiche dietro l’immissione di questa
notizia nei media.
Questioni
comunicative
L’annuncio è stato
diffuso a poche ore dall’ennesima débâcle di SpaceX.
Nelle ore precedenti infatti, la capsula Dragon
ha dovuto “abortire” l’attracco alla ISS (International
Space Station) a causa di un’anomalia al
sistema di navigazione. Un problema risolto nelle
ore successive, ma che si aggiunge alla lista delle
“anomalie di funzionamento” dei materiali SpaceX.
Veri e propri incidenti che ricorderemo nella
sezione dedicata alle questioni tecniche.
Dal punto di vista
comunicativo, l’impressione è che la missione verso
la Luna sia un’azione combinata di crisis
communication, comunicazione di
distrazione e relazioni strategiche e di
lobby.
Semplificando, è come se
il concorrente del programma televisivo “Lascia o
raddoppia” (Elon Musk), messo alle strette dagli
eventi abbia deciso di raddoppiare. Rilanciando un
obiettivo così ambizioso e suggestivo, si porta
l’attenzione del pubblico e dei media lontano
dall’ennesimo incidente di percorso spostandola
altrove. Così facendo, SpaceX dà la sensazione che
la compagnia goda di una tale salute da poter ambire
a risultati più importanti. Guardando i fatti però,
si valuta uno stato di salute fortemente percepito,
ma (forse) non reale.
Oltre all’azione di
crisis communication e distrazione,
bisogna aggiungere quella di pressione e di lobby.
Se in relazione al
trasporto di merci e astronauti Nasa verso la
Stazione Spaziale Internazionale, SpaceX e l’ente
astronautico americano sono partner, per
un’eventuale corsa verso la Luna, le due realtà
diventano competitor.
Il magnate americano si
propone quindi nei confronti del Governo degli Stati
Uniti d’America come il vettore che porterebbe la
Nasa (in qualità di cliente) verso la Luna ad un
prezzo inferiore.
La Nasa infatti vorrebbe
tentare il salto verso il nostro satellite naturale
con una capsula Orion spinta da un razzo
SLS (Space Launch System).
Programmi più costosi, per un valore di circa 3
miliardi di dollari l’anno.
SpaceX cerca quindi in
un sol colpo di tagliare fuori gli altri competitor
privati e di mettere la Nasa nelle condizioni di
diventare un cliente.
Concludendo, con un
unico annuncio si cerca di occultare gli errori del
passato e di diventare l’attore principale
dell’astronautica privata statunitense. Ambizioso,
forse un po’ troppo.
Questioni tecniche
Sono molte anche le
questioni tecniche che renderebbero la spedizione
circumlunare irrealizzabile. Le elenchiamo di
seguito.
- Ritardi e
incidenti: Alla Nasa sembrano non aver gradito
l’azione di lobby comunicativa (e non solo) messa in
atto da Musk, al punto che sono state fatte subito
delle precisazioni relative al passato di SpaceX. Un
passato con non pochi fallimenti. Si va dai 2
incidenti dei razzi Falcon9 ai recenti
problemi del sistema di navigazione che ha ritardato
l’attracco alla ISS. A questo si aggiunga il
ritardo nel lancio del Falcon Heavy che
dovrebbe – il condizionale è d’obbligo – avvenire la
prossima estate. Ritardo anche per la capsula
Dragon 2, rinviata all’anno prossimo.
L’accordo tra Nasa
e SpaceX prevederebbe il trasporto di
astronauti statunitensi a bordo della ISS prima
dell’inizio delle attività legate al turismo
spaziale, e quindi relative all’annuncio.
Secondo alcune fonti, per proteggersi da eventuali
ulteriori ritardi, la Nasa starebbe prendendo in
considerazione la necessità di acquistare “passaggi”
a bordo delle Soyuz addirittura fino al 2019.
Un segnale tecnico e di pressione anche questo.
- Fattori legislativi
e amministrativi: Anche SpaceX deve sottostare
ai regolamenti dell’autorità che regola i voli
civili americani. Non è detto infatti che la FAA
(Federal Aviation Administration)
dia le autorizzazioni necessarie per lo svolgimento
della Missione. Un altro scoglio che, visti i tempi
stretti per il collaudo di capsula e lanciatore,
sembra insormontabile.
- Fattore umano:
I due turisti spaziali, per quanto facoltosi,
dovrebbero sottoporsi ad un programma di
preparazione intensivo e dovrebbero affrontare la
missione senza il supporto di un astronauta con
esperienza. Un ennesimo ostacolo in caso di manovra
o avaria.
- Risposta dei
competitor: al di là delle reali capacità di
SpaceX di seguire al millimetro una difficile
tabella di marcia, bisognerà inserire nello scenario
anche una probabile risposta di ingaggio da parte
degli altri competitor privati che si occupano di
astronautica negli Stati Uniti d’America.
Probabilmente la guerra dei finanziamenti mieterà
qualche vittima, e verranno messe in risalto alcune
posizioni “non proprio in linea” (per usare un
eufemismo) con l’attuale guida politica americana,
che Elon Musk ha esternato qualche mese fa a seguito
dell’elezione di Trump.
In questo contesto, non
può sfuggire che parlare di missioni verso la
Luna possa apparire qualcosa di poco probabile e
che difficilmente potrà essere gestita senza
cicatrici più avanti sulla linea del tempo. Più sono
grandi le promesse e la posta in gioco infatti, più
potenzialmente è grande la delusione per un
eventuale fallimento o ritardo. L’asticella forse è
stata alzata troppo, e un’azione di crisis
communication così aggressiva ne porterà
potenzialmente un’altra più complessa.
Da appassionati non
possiamo che augurarci che SpaceX e il suo
visionario leader possano riuscire a fare quanto
dichiarato, ma da osservatori e professionisti
rimaniamo scettici. Siamo tuttavia pronti e
disponibili a divulgare gli eventuali successi di
SpaceX.
Emmanuele Macaluso
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